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AREE PROTETTE, QUALE FUTURO?
Il caso del Campo Nomadi all’interno della Riserva Naturale di Decima Malafede

La Riserva Naturale di Decima Malafede è la più grande e la più importante tra le aree protette della Campagna Romana. La sua salvaguardia è risultato di battaglie ambientaliste durate almeno due decenni che hanno visto in prima linea il WWF. La gestione è affidata è attualmente all’Ente Roma Natura.

Eppure in una Riserva così preziosa continua al suo interno, ormai da quasi 2 anni, l’occupazione di un’area, presso Castel Romano, per un insediamento di nomadi provenienti dal campo di Vicolo Savini (Ponte Marconi) sgomberato nel settembre 2005.

Come denunciato sin dall’inizio dal WWF, gravi sono i danni ambientali derivanti da questa scelta scellerata, venduta come un esempio di “buona amministrazione”.

Il Decreto del Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo (Decreto n. T0606/2005 del 22/11/2005) con il quale veniva introdotta una deroga temporanea, per motivi di necessità ed urgenza, alle misure di salvaguardia previste dalla Legge Regionale 29/97 ("Norme in materia di aree protette regionali") prevedeva che entro il 15 giugno 2006 il Campo Nomadi di Castel Romano dovesse essere sgomberato con bonifica dell'area e la remissione in pristino.

Ma il Comune di Roma, nel frattempo, aveva emanato il bando per assegnarne la gestione e rendere praticamente definitiva la struttura. L'avviso pubblico, del V Dipartimento, che formalizzava la gara, è del 4 gennaio 2006. A dare il via, in gran segreto, è la Determinazione dirigenziale n. 13/2006 che appariva in palese (e sconfortante) contraddizione con l'atto del Presidente Marrazzo.

Purtroppo la vicenda continua ad essere gestita in modo poco trasparente.

Risulta al WWF che in uno dei punti dell’accordo sottoscritto nell’ottobre 2005 (subito dopo lo spostamento del campo nomadi di Vicolo Savini a Castel Romano) tra il Comune ed i proprietari privati dell’area all’interno della Riserva, prevede il riconoscimento all’Amministrazione di un diritto di opzione di acquisto del terreno al prezzo da convenirsi tra le parti.

E’ quindi di tutta evidenza che sin dall’inizio della vicenda ci fosse l’orientamento politico di rendere l’occupazione stabile, nonostante le ripetute assicurazioni di segno contrario. D’altra parte le opere di urbanizzazione primaria (fogne etc..) realizzate sono un segnale inequivocabile di tale orientamento.

La trattativa tra privati e Comune, secondo quanto risulta al WWF, si sarebbe conclusa alla fine del 2006. Il prezzo concordato per il trasferimento della proprietà di circa 23 ettari di fondo rustico, di cui circa la metà occupata da bosco, si aggirerebbe intorno a 1,5 milioni di €.

La Giunta Comunale si sarebbe espressa favorevolmente all’accordo lo scorso aprile ed una proposta di delibera per il Consiglio Comunale sarebbe già pronta per il passaggio in Aula che darebbe il via libera all’acquisto, con conseguente occupazione definitiva della porzione di area protetta, con buona pace di tutta la normativa prevista per la tutela del patrimonio ambientale.

Il WWF ha chiesto l’accesso a tutti gli atti del procedimento amministrativo, allo scopo di fare chiarezza in una vicenda che continua ad essere gestita dal Comune con poca trasparenza e nessuna partecipazione delle comunità locali e di tutte le parti interessate.

(agosto 2007)

 

 

 

 

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI